Verità Apparente: l’omicidio di Giancarmine Podda
Mercoledì 17 giugno alle ore 17 parleremo del caso di Giancarmine Podda, un giovane sulla trentina che la notte del 2 aprile 2010 viene brutalmente freddato con due fucilate fuori dal bar Baraonda, a Capoterra, in Sardegna.
Molte persone assistono al fatto, ma nessuno vede nulla.
La vicenda venne rapidamente liquidata come un regolamento di conti tra piccoli spacciatori e nel corso degli anni si sono avute tre assoluzioni, l’ultima delle quali risale al 2016: tre uomini, sospettati di essere gli autori del delitto, sono stati assolti con formula piena.
Il funerale di Giancarmine Podda (Archivio L’Unione Sarda)
Ma la sorella di Giancarmine non ci sta ed ha conferito mandato all’avvocato Sabrina Rondinelli del foro di Roma per chiedere la riapertura delle indagini. Verranno richieste la riesumazione del corpo e l’esame dei filmati delle videocamere: “Abbiamo chiesto alla procura di indagare su tutte le frequentazioni di Podda dell’ultimo periodo, anche quelle femminili. Ci sono tre persone, due uomini e una donna che, secondo le nostre piste, devono essere indagate”, spiega l’avvocato Rondinelli.
“La pista che seguiamo è di tipo sentimentale, c’è di mezzo una donna. Vogliamo anche la riesumazione del cadavere perché dev’essere eseguito un nuovo esame autoptico. Ci sono le immagini delle videocamere che hanno ripreso l’esterno del locale. Nei filmati alcune persone, ritenute essere lì di passaggio o per un caso o solo per curiosare, potrebbero invece aver avuto un ruolo nella vicenda”.
Una videocamera in particolare, invece, aveva ripreso la discussione tra Giancarmine Podda e un uomo con una cuffia in testa. Poco dopo si udirono le due esplosioni partite da un’auto che, poi, è partita a tutta velocità.
La nostra richiesta rivolta al procuratore – spiega l’avvocato Rondinelli – non riguarda tanto quella di indagare sugli stessi fatti già oggetto di indagine, ma abbiamo indicato circostanze nuove, in particolare la posizione di certe persone frequentate da Giancarmine e che non sono mai state ancora approfondite.
La pista del regolamento di conti nel campo della droga non ha mai convinto i parenti: “A mio avviso non è affatto quello l’ambito in cui è maturato l’omicidio – prosegue la Rondinelli – e uno degli elementi su cui ci siamo concentrati sono proprio i punti del corpo in cui Podda è stato raggiunto dalle fucilate. Prendiamo ad esempio il volto: è un’area strategica che ha un determinato significato in ambito criminologico che indica spesso una pista passionale ed è qualcosa che non può essere sottovalutato”.
E un nuovo esame dei resti, grazie magari a tecniche che all’epoca non erano disponibili, potrebbe portare a ulteriori novità. “Anche per questo abbiamo chiesto una perizia balistica”, nonché che venga ascoltata la fidanzata di Giancarmine di quel periodo.
“Tengo a sottolineare che con la nostra istanza non vogliamo insinuare che le indagini non sono state fatte o sono state fatte male, rimarchiamo però che un omicida è ancora in circolazione e la famiglia Podda non può rimanere indifferente. Per questo è importante che si indaghi in altre direzioni e sotto una nuova luce che l’autorità riterrà di individuare”.
Di questa vicenda e degli ultimi passi compiuti parleremo con Francesca Podda, sorella di Giancarmine.
Vi aspettiamo in diretta mercoledì 17 giugno alle 17
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