Le piattaforme di vendita on line sono sempre sicure? Etsy di sicuro NO!
Quello che vi vogliamo raccontare è un altro “spicchio” dell’ingiustizia che si può subìre senza possibilità di difesa perchè si vive in una nazione che costringe le vittime a rivolgersi alla giustizia di un paese estero in questo caso all’ambasciata degli Stati Uniti d’America, alla magistratura irlandese e all’istituto Europeo delle controversie di modesta entità.
La vicenda: un membro di Azione Collettiva vende degli articoli sul portale Etsy, un sito molto simile ad Ebay ma dedicato prettamente agli articoli realizzati a mano o vintage. L’acquirente è una donna americana, niente poco di meno che LYNN MAMET nota scrittrice oramai in pensione e dimenticata dal mondo che gestisce, per sbarcare il lunario, un proprio store di chincaglierie con il nome di “THEUNITGAL”. L’importo della compravendita è esiguo, parliamo di 120 euro di cui 26 di tariffe di spedizione.
Il problema è che il pacco dopo un viaggio di un mese arriva a destinazione negli Stati Uniti parzialmente danneggiato ovvero con un lato strappato e richiuso con due diversi nastri adesivi (chi ha spedito ne ha usato uno solo). La signora diversamente onesta deciderà di usare questa condizione deliberatamente per TRUFFARE chi gli ha venduto gli articoli ed ottenere tutto gratis! Senza indugio e senza alcun contatto con il venditore mediante feedback gli danneggia la reputazione specificando che gli oggetti sono arrivati storti, rotti in più pezzi, con pezzi mancanti e completamente danneggiati così cercando di ottenere, estorcendo, un rimborso per ritirare i feedback. Successivamente scrive anche che gli articoli sono proprio diversi da quelli mostrati nelle foto e che sono stati imballati male: occorre specificare che gli articoli sono composti da oggetti flessibili e di metallo tecnicamente indistruttibili. Per corroborare la sua tesi posta una foto dove gli oggetti sono tutti mischiati ed avvolti uno con l’altro in modo che non si potesse vedere chiaramente l’eventuale danno e i pezzi mancanti/rotti/persi. Altresì si rifiuta di fornire delle foto con le chiare evidenze perchè “avrebbe già buttato via quasi tutte le schifezze che gli sono giunte”.
Pretende quindi un rimborso completo e di non rispedire indietro nulla anche perchè costerebbe troppo dagli Stati Uniti all’Italia. Il venditore rifiuta e l’acquirente chiaramente disonesto apre una disputa.
Il venditore fiducioso attende che Etsy applichi il suo stesso regolamento, ovvero questo:
Dopo circa due settimane la piattaforma Etsy impone, contro ogni regola e in mancanza di evidenza di quanto dichiara l’acquirente, ovvero, che la merce sarebbe stata spedita senza un adeguato imballo, (e chi lo può dire? è arrivato danneggiato dal trasporto! Un pacco strappato non lo avrebbero accettato alle poste!) considerano gli articoli non corrispondenti a quanto visto nelle foto dell’inserzione di vendita (non si può capire perchè l’acquirente ha fatto delle fotografie artefatte piegando gli oggetti che sono flessibili e mischiandoli tra di loro in modo che non si capisca se sono danneggiati o meno e alla richiesta di ulteriori foto, come detto, l’acquirente dice che li ha già, e questa volta tutti, buttati via) obbligando quindi il venditore a rimborsare interamente e, eventualmente, fornire una spedizione già pagata per il ritorno della merce in Italia: merce che l’acquirente dice di aver già buttato via dallo stesso giorno dell’arrivo del pacco!
Va da se, che visto le falsità proferite dall’acquirente, pagando la spedizione facilmente tornerebbe indietro un “mattone”, anche perchè, secondo la piattaforma Etsy basta che il pacco sia in transito ed il venditore deve immediatamente rimborsare: da una persona che si è inventata che il pacco sarebbe partito dall’italia già devastato e che qualcuno avrebbe firmato in posta per farlo partire comunque anche se devastato, cosa ci si può aspettare?
Praticamente una palese truffa della signora americana con la complicità attiva della piattaforma Etsy che viola anche il suo regolamento per “favorire” la signora: perchè lo farebbe? si può ipotizzare solo una cosa, lo store di questa disonesta ha oltre 4000 feedback e migliaia di vendite a fronte di chi ha venduto solo pochissimi oggetti personali, la signora è logico pensare che con la sua attività interessi di più ad Etsy, piattaforma che non si è fatta alcuno scrupolo a permettere e rendersi complice di una truffa calpestando anche il suo stesso regolamento.
Denunciare in Italia? inutile….. si seguirà la segnalazione all’Ambasciata Americana verso la signora, la denuncia per diffamazione aggravata, sabotaggio e concorso in truffa alla magistratura irlandese contro Etsy, parte attiva di una palese truffa.
Per principio, non lasceremo intentata ogni azione possibile e daremo il più possibile visibilità alla vicenda in modo che se altri utenti sono incappati in situazioni simili ci possano contattare per un eventuale causa collettiva.